Siamo in Cina al tempo della dinastia Ming e al palazzo reale l’imperatore Zheng De e la principessa sua sorella Wushuang si annoiano e desiderano vedere il mondo fuori. Wushuang cede alla tentazione e, travestita da uomo per non farsi riconoscere, scappa da palazzo. Giunge in un villaggio dove conosce Li Yilong e sua sorella Phoenix: quest’ultima si innamora della principessa, o meglio della sua versione al maschile, e la situazione si complica. Ma non basta: l’imperatore, in cerca della sorella, anch’egli sotto mentite spoglie, rintraccia il gruppetto e si innamora di Phoenix. Per mettere a posto il pasticcio non basterà forse nemmeno un intervento divino... Insolita uscita Hongkonghese sul mercato di casa nostra, "Chinese Odissey" non è purtroppo memorabile. E non solo per demeriti relativi al disastroso doppiaggio o al presumibile massacro in fase di montaggio per il pubblico occidentale. Il problema vero consiste nell'umorismo piuttosto corrivo, con qualche buon momento slapstick che non controbilancia una sceneggiatura debole. In tema di pene d'amore e travestimenti la commedia classica occidentale ha riservato - anche al cinema - ben altri risultati: e il cast ha l'aria di divertirsi un mondo, confermando l'adagio che se si diverte la troupe non si divertono gli spettatori. Una stravaganza, nemmeno sgradevole: ma ben poco di più.
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